Backdoor Antivirus 20

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Backdoor Antivirus 20

Lo so, vorreste uscire.

Io? non così tanto, ma la mia grinta da soprammobile domestico non fa testo.

E comunque vi capisco. Aria, camminare. Vedere gente.

Per venirvi in soccorso, Backdoor vi porta oggi in gita sociale.

Ci vuole un piccolo sforzo di immaginazione e consiglio un abbigliamento adeguato (per l’occasione eleganti, grazie)

Garantisco, anche se per pochi minuti, passeggiate, persone a lato e sottofondo adeguato. Pronti?

Prima di partire: sappiate questo.

Nel 1957 Miles Davis si trova a Parigi per suonare al Saint Germain Club, di proprietà di Boris Vian. Qui incontra la crema artistica della città, tra cui Juliétte Greco con la quale, da anni e pur con pause, intreccia una relazione sentimentale. Messo in contatto con il regista Louis Malle, giovanissimo all’epoca, può vedere in anteprima il film noir “Ascensore per il patibolo” per il quale Malle vuole assolutamente una sua colonna sonora. Malle spiega a Davis la trama e lo informa che le musiche saranno registrate in diretta, mentre sullo schermo sfileranno le immagini. Miles ha un pianoforte nel suo albergo parigino e prepara qualche accordo, immagina i suoi assoli. La notte del 4 dicembre, libero da impegni, entra in uno studio locale con un gruppo di jazzisti francesi. Il film parte esattamente davanti a loro, che suoneranno dalle dieci di sera alle otto di mattina. Registreranno una delle migliori colonne sonore di sempre (anche se della durata effettiva di soltanto 18 minuti). L’abbinamento con questa sequenza, in cui la protagonista Jeanne Moreau, cammina nella notte parigina, diventerà iconica.

Ed è esattamente lì che andiamo:

https://www.youtube.com/watch?v=KxYg6lQXwhY

il fumo sulla tromba di Miles, i parigini che giocano a flipper nei bistrot, lo sguardo d’invidia della signora dopo 48 secondi, il poliziotto, i capelli della Moreau appena scossi, le macchine che la sfiorano mentre attraversa la strada e lei che le accarezza poco dopo, parcheggiate. Ogni singola nota di Miles Davis essenziale, la perfezione musicale cesellata per sottrazione. Spero abbiate gradito.

Tenetevi pronti, seguiranno altre escursioni guidate.

jeanne-moreau-et-miles-davis-en-1957

Backdoor riaprirà, si spera presto, e i vinili torneranno a girare

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Backdoor Antivirus 13

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Backdoor Antivirus 13

L’ultima volta che abbiamo cambiato casa mi sono domandato quale fosse una caratteristica alla quale, potendo, non avrei voluto rinunciare.

Un piccolo pezzo di giardino? Per carità, che poi mi tocca curarlo, rischio di amputarmi un arto con qualche attrezzo, mi porta in faccia i moschini e va a finire che in preda ai “nervi” piastrello tutto come un parcheggio del Lidl.

Una stanza tutta mia solo per dischi e riviste? Utopia assoluta, lasciamo perdere.

Riscaldamento autonomo? No, grazie, già dato. Nell’alloggio precedente vivevamo come due nudisti a Norilsk (Siberia, temperatura di -25 mentre scrivo)

Cantina spaziosa? Mio malgrado, no, quello che non sta con me, va buttato. Quaderni scolastici (ma perché mai li conserviamo? soprattutto quelli di matematica?) o vecchio costume di Zorro Carnevale 1974 (privo di spada in plastica nera) inclusi.

Alla fine la mia richiesta è stata questa “Gradirei niente balcone, potendo”.

Perché?

Soffro di vertigini in maniera mostruosa (quando vidi “The Walk”, il film sul funambolo che attraversa su un filo le Torri Gemelle, svenni dal divano e mi accasciai sul tappeto come le coperte di pile, con un debole scintillio nel buio più totale), non ci mangerei sopra con sedia e tavolino nemmeno se mi invitassero con un AK47, odio quel ciarpame che abitualmente si ammassa sopra e mi tocca vedere dalle finestre, non gradisco quel tipo di socialità alla Anna Magnani che ti porta a conversare con i dirimpettai.

Il solito orso snob.

Il che mi mette in difficoltà con questo Movimento dei Balconi quotidiano.

Va tutto bene, ci mancherebbe, quello che influisce positivamente sull’umore e allontana da noi l’idea di abbandono non è oggi criticabile, ma due parole sulla playlist degli appuntamenti canori balconari delle 18, il mio ruolo di critico musicale mi impone di doverle dire.

In Inghilterra, riportano le news questi giorni, si sono affacciati e hanno cantato “Panic” degli Smiths.

Io non pretendo tanto, ma ecco qualche timido rilievo.

“Volare” ok, Modugno, tradizione italiana. “Azzurro”, benissimo. “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, nessun problema. “Bella Ciao”, doppio valore in questi tempi di (differente) resistenza, va bene. Non dico nulla sull’inno italiano. Però qui in due giorni è partita una doppietta incomprensibilmente romanesca: “Tanto pè cantà” di Nino Manfredi e “ma che c’è frega, ma che c’è ‘mporta, se dentro il vino…”. Io vivo in centro a Torino, non a Trastevere, intanto, ma poi dovremmo riconoscerci tutti in “e noi je dimo e noi je famo, c’hai messo l’acqua e nun te pagamo?”. Ma questo è niente, mi sono toccate anche “L’Italiano” di Toto Cutugno e, a seguire, “Despacito” a volumi da parata del Ventennio. Ora, io non so più cosa dire su “Despacito”, ma davvero no, vi prego. Persino Pavarotti (o era Bocelli, chissà?), ma “Despacito” no. C’è gente che mi scrive che ha subito un’ora di hit di Cocciante senza time-out, un mash up agghiacciante tra “Il carrozzone” di Renato Zero e “Questo piccolo grande amore” di Baglioni (se capitasse qui, invito sin da ora mia moglie a legarmi alla lavatarice, prima che commetta un gesto inconsulto), tre giorni fa tutti a urlare “Felicità” di Al Bano e Romina. Ragazzi, occhio che qui la faccenda va per le lunghe e bisogna darsi una regolata, altrimenti facciamo tutti la fine di uno che ho visto una decina di balconi oltre la mia finestra che è uscito seminudo e ha urlato istericamente, e senza pausa alcuna”, “Stella Stai” di Umberto Tozzi per un paio di minuti. Sono segnali che vi invito a non sottovalutare. Se andiamo avanti così inizieranno a spuntare i cecchini tra i coppi delle tegole, potete scommetterci (io, in mimetica, se parte la mania di “Caruso”, garantito). Quindi, non pretendo che alle 18.00 usciamo tutti e facciamo scattare all’unisono “September Gurls” dei Big Star, anche se mi piacerebbe, ma insomma si accettano proposte, anche fieramente popolari (Battisti!), per alzare il livello di almeno due tacche rispetto a “Despacito”.

E visto che, bene o male, tutti iniziamo a dare qualche segno di squilibrio, la mia proposta per i balconi a venire è questa (mi raccomando le movenze):

https://www.youtube.com/watch?v=9Gc4QTqslN4

trashmen

ovviamente io darò il mio contributo al riparo, dietro una finestra.

Papa-Oom-Mow-Mow a tutti

Backdoor riaprirà, si spera presto, e i vinili torneranno a girare

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5-il calendario dell’avvento di Backdoor

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5-Gomma “Vacanza” (2017)

 

https://www.youtube.com/watch?v=SZR3-jArwLQ

 

gomma-vacanza

 

Bè, io ho una passione per i Gomma.

Il loro nuovo ep “Vacanza“è uscito su cassetta ed è bellissimo.

A proposito, il ritorno delle cassette non deve impaurirvi, sono oggetti splendidi e quasi sempre hanno un codice download che vi consente, se avete questo problema, di stare nella contemporaneità.

“Forse è meglio se ti prendi una vacanza”. Sì, a me lo ha già detto.

Momento cruciale 2: 28 “e poi vattene”.

 

 

 

 

 

 


L’ ultimo disco dei Mohicani

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cover_mohicani_Layout 1

 

Pubblicato nell’ottobre 2010, L’ultimo disco dei Mohicani (Castelvecchi), è il libro della piccola grande epopea di Backdoor.

Amabili deliri pseudo discografici, collezionisti al di là dell’immaginabile, umanità esorbitante. Commedia all’italiana e rock’n’roll.

Insomma, la versione Abatantuono di Alta Fedeltà di Nick Hornby.

Ormai ristampato in diverse edizioni, e attualmente disponibile in edizione economica (LIT, 9,90), è diventato un piccolo successo quando ha iniziato a far ridere anche chi non sapeva chi fossero gli Psychedelic Furs o non immaginava nemmeno che il vinile esistesse ancora (un classico “Ma quei padelloni li fanno ancora?”).

Presentato per quasi tre anni di fila in giro per l’Italia, è spiegato mirabilmente qui:

http://www.youtube.com/watch?v=dI38YLfCjww

Imperdibili gli Offlaga Disco Pax che adottano uno stralcio del libro, Beissline, per il bis del loro Prototipo Tour del 2010

http://www.youtube.com/watch?v=Ocz6LWjx7OA

e qui, due highlights dal Mi Ami Festival di Milano del 2011.

Reading con il fido Paolo Spaccamonti

ed Emidio Clementi ospite per Cloaca

http://www.youtube.com/watch?v=_hOqzaxm3-U

e Stefano Pilia per Beissline

Ne volete una copia autografata e/o con dedica?

Basta chiedere e ve la spedisco

Maurizio Blatto

MAURIZIO BLATTO mancini

 

Maurizio Blatto

L’ULTIMO DISCO DEI MOHICANI

 

Backdoor, Torino: siamo aperti. A cosa? Grossomodo a tutto. E a tutti. In particolar modo a quelli che davvero non pensavate potessero esistere. E invece esistono, sono il variopinto circo di clienti – più o meno occasionali, più o meno appassionati, più o meno folli – di uno storico negozio di dischi specializzato in vinile e intento a vivere l’amore per la musica dall’altra parte della barricata: un luogo talmente vero e talmente incredibile da essere più pop di un coretto dei Beach Boys. Ecco, allora, sfilare il piastrellista devoto al funky e alle donne di colore, l’audiofilo sorpreso dalla moglie con uno stereo in un appartamento affittato di nascosto e l’uomo che ha inventato i Massive Attack. Per non parlare dell’immigrato slavo che voleva morire sotto la sezione reggae, dell’indomabile Sentimentalista o del fan degli Alarm con documenti compromettenti per la FIAT…gente strana?

Se la pensate così, non vi siete mai trovati di fronte a quei clienti che, incerti su cosa comprare, hanno chiesto: “Ma Che Guevara ha fatto più niente?”.

 

 

 


Baronciani

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Baronciani

Raccolta Live

Mercoledì 19, ore 21 / Cortile della Farmacia

Museo Regionale Di Scienze Naturali
Via Giolitti 36 Torino

Incontro con Alessandro Baronciani vent’anni di esperienze fumettistiche e sentimentali
con Maurizio Blatto, giornalista

In bianco e nero o a colori, il fumettista e illustratore ha raccontato storie di provincia, baci, amori ma anche incubi, orsi, piloti, robot, Topolino e David Lynch. A partire dalla raccolta edita da Bao, una serata in cui i disegni prendono vita a ritmo di musica.

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