Privè gennaio 2015: eccellenze natalizie

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Mi rendo conto, avete appena archiviato il Natale e le sue abbondanze gastronomiche, il contatto forzato con i parenti (i penitenziari della Guyana francese, al cospetto, spesso sembrano villaggi vacanze), la dannazione dei regali.

Ma è il caso di tornarci per qualche minuto, perché quello è davvero un periodo di effervescenza assoluta per richieste che danzano sul crinale del demoniaco.

Desideri sopiti si destano all’improvviso, brucianti nostalgie di porcherie radiofoniche, immondizie ascoltate in età pre puberale, colonne sonore di prime trombate: tutto riemerge.

Se già durante l’anno non si scherza, a Natale le richieste musicali (insomma, più o meno musicali) trovano glorificazione assoluta.

Ci ho quasi costruito un libro sopra e non dovrei esser proprio io a lamentarmene, ma ammetto che talvolta mezz’etto di banalità non mi dispiacerebbe

Tant’è, quindi gustatevi il meglio delle ultime settimane e buon 2015.

Maurizio

 mary poppins

-“Colonna sonora di Mary Poppins su 45 giri?”

Non è pazzesca, lo so, ma testimonia il desiderio pieno di qualcosa che, chissà perché, durante l’anno langue sedato nel subconscio.

Ti svegli un mattino e prima ancora di abbandonarti al sapone o ai Pan di stelle, ti dici “Ma vaffanculo, sai che mi è venuta voglia di ascoltare la canzone di Mary Poppins, quella là che ci cantava zia Teresa, quando Palanca giocava ancora nel Catanzaro?”.

E allora prendi il telefono, e ovviamente chiami qui.

folk alto at

-“Avete gruppi folk (pausa) anche altoatesini?”

Il richiedente, mai visto, era giovanissimo e indossava un loden verde e un cappello da schutzen urbano, con barba regolamentare da Devendra Banhart.

La parte che più preferisco è l’anche.

Come dire “per questa volta, ma solo per questa, non andrò tanto per il sottile.

Vanno bene anche gli altoatesini. Dai, non stiamo qui a sottilizzare. Dai”

 Tdkc60cassette

-“Mi fate vedere le cassette di Damiano D’Insegna?”

Damiano D’Insegna non esiste, ho controllato.

È un grande classico quello dei nomi emersi dal nulla.

Come i più intimi backdooriani ben sanno, esiste un Regista Occulto dei Nomi che si prende gioco di noi.

Notevole anche la richiesta di averlo su cassetta e la certezza supportata dall’uso del plurale.

Mi fate vedere? Scontato averle, scontato averlo scontentato.

trenino

-“Basi karaoke per capodanno?”

Abbastanza legittima, tutto sommato.

Ma è la precisione a solleticarmi. Che cosa si canta espressamente a capodanno?

Meu amigu Charlie Brown per il trenino con le camicie bianche macchiate di lenticchie?

Per quale festa erano destinate?

I richiedenti erano una coppia e lui indossava un colbacco e pantaloni di velluto verdone a righe spesse.

Un Breznev a piede libero, insomma.

 

italia 1

 

-“Cd di Italia 1?”

Eccellenza assoluta, forse la mia preferita.

Che cosa significherà mai?

È un genere Italia 1?

Che musica ti piace? “Maaa, sostanzialmente genere Italia 1, quello, ecco”.

Avrà voluto compilation pubblicizzate su quel canale?

Musica con attitudine da Cologno Monzese?

Che cosa mai?

Lo so, avrei dovuto chiedere lumi, ma ho imparato che il dubbio, in questi casi, è più stimolante di un’eventuale spiegazione nebulosa. In ogni caso, cd di Ialia 1. Alè.

 

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-“Canzoni di Natale in tedesco? Ne avete?”

Come sempre, è la raffinatezza della specifica. In tedesco.

Sottintesa l’offensiva eventuale proposta di una raccolta di carole in italiano o inglese.

Che poi, le canzoni di Natale in tedesco, mettono anche una certa ansia.

Idaliani, zembre kandare…

prof rosso

 

-“Filastrocche per bambini che non facciano paura?”

La sindrome di Dario Argento.

Il terrore che si annida nelle nenie infantile: trallallà e poi tua madre che pianta un coltello nella schiena di un cognato ridendo con il mascara sbavato.

Che cazzo ne so io di cosa può far paura a tuo nipote, tanto per dire?

E poi sia chiaro, filastrocche, manco canzoni.

Notevole il rilievo sollevato da un cliente: “Ma intendeva bambini che non facciano paura?”.

Cioè desiderava melodie per piccini dal volto non impaurente? Dobbiamo ribaltare la prospettiva? Aiuto.

cucchiai di plastica

-“Cucchiai di plastica”

Dritto così, senza nemmeno il punto interrogativo e ovviamente, al netto di qualsiasi sguardo sulla vetrina che, inequivocabilmente certifica che, seppur con fatica, vendiamo dischi.

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-“Avete bandiere metal a sfondo rosso?”

Le bandiere metal esistono, ne possediamo una (a sfondo nero però) di Ozzy Osbourne, regalo nientemeno che di Paolo Spaccamonti.

Ma rosse?

Quello non è un colore da metal, signora cara, al limite potevamo tentare un grigio topo o marrone tetano.

Ma rosso, spiace, niente da fare.

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-“Cercavo La vita è adesso di Pierpaolo Baglioni”

È una puttanata, avete ragione.

Ma l’idea di inserire Pierpaolo al posto di Claudio mi esalta.

Penso sia sempre frutto dell’opera de Il Regista Occulto dei Nomi.

lira

 

-“Ce l’ha un libro dove posso capire la valuta di tutti i vinili?”

A parte l’uso improprio di valuta, apprezzo il desiderio di esaustività.

Tutti, voglio saperli tutti.

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-“Avete dei poster di Michael Jackson periodo quando era ancora un negro?”

Un altro grande classico.

Nemmeno da morto, qui in zona, gli viene perdonato di essersi “sbiancato”.

Se sei un negro rimani un negro, fine.

“È come se mi vergognassi di mio padre che è nato a Messina” mi ha detto una volta un non cliente occasionale.

 

-un triplete.

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a- “È ancora disponibile Bleciu dei Nirvana?”

Per i non piemontesi, al bleciu è lo schifo, la porcheria.

Testimonianza di una consolidata tradizione di strafalcioni anglo-dialettali.

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b- “C’è qualcosa in vinile dei Fedeli alla Linea?

Ridimensionato a gruppo qualunque dei CCCP,

piallati foneticamente alla stregua dei Teppisti dei sogni o degli Alunni del sole.

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c- “Ce l’hai il cd di quello lì delle luci?”

Ridimensionamento (n°2) di qualsiasi tentativo artistico, abbozzato fin dal nome.

Quello delle luci, sorta di livella elettricistica, è ovviamente Vasco Brondi

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-“Ce l’avete Viva la Figa dei Coldplay?”

Chiudiamo con il botto.

Siccome la richiesta è arrivata telefonicamente, è andata così:

“È uno scherzo? Mi stai prendendo per il culo?”.

Imbarazzo. “Nooo, aspetta, scusami, aspetta”.

Rumore di fogli. “È vero, scusami, Viva la Vida, cercavo Viva La Vida”.

Così mi sono fatto questa idea, che cervello e lingua gli vadano in automatico.

Se uno dice Viva La… lui, automaticamente, dica La Figa!

Un riflesso da cane di Pavlov.

Più forte di lui, non ha colpe.