Backdoor Antivirus 55

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Backdoor Antivirus 55

Bene, direi che dopodomani c’è il Liberi Tutti By Popular Demand, quindi è ora di fare qualche consuntivo.

Cosa ci è piaciuto di più delle cose che ci hanno sorretto? Intendo dischi, libri, visioni.

Giusto pensarci e pagare tributo. In fondo sono tra le parti migliori della nostra vita.

Ecco la mia classifica.

Letture

978880620543gra

I suoi scritti, raccolti su La Stampa, a proposito degli argomenti più disparati. Infanzia, film, sul credere o non credere in Dio, sulle pulizie di casa. A proposito della vecchiaia, meraviglioso. Mi sono staccato a fatica da queste pagine, dalla loro intensità inarrivabile mascherata dietro apparente svagatezza.

szalay

Racconti (arte sopraffina e trascurata, in Italia) che dipingono una visione unica.

Con momenti di “abbandono” costante.

georges-simenon-maigret-e-il-cliente-del-sabato

Sono un “simenoniano” tardivo. Ma vagheggio quotidianamente di ritirarmi da tutto e fare soltanto più due cose,

ascoltare Miles Davis e leggere Simenon.

Visioni

tales-from-the-loop

terrorfleabag

Tre Serie. Una migliore dell’altra.

Forse con un unico comune denominatore: le cose non vanno bene.

No.

Ascolti

beb

“A Short Illness From Which He Never Recovered”

l’atto di addio di una grandissima etichetta. Post Ambient, ma anche sprazzi acustici.

Blackest Ever Black

saxophones-eternity

The Saxophones “Eternity Bay”

Tutto è dolce, lontano, e misurato

chet

Chet Baker “Chet”

La purezza, un soffio prima della dannazione

https://www.youtube.com/watch?v=m4PMY-J9oQU

 

Backdoor riaprirà, si spera presto (il 18 maggio, pare), e i vinili torneranno a girare

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Backdoor Antivirus 54

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Backdoor Antivirus 54

Alla fine lo guardavano tutti il Concertone del 1 Maggio.
Io no. Mi era stato giustamente proibito. Troppo snob, mi lamentavo sempre.
Passavo distrattamente davanti alla tv, controllavo se c’era la bandiera sarda con i 4 mori a sventolare tra le prime file, chiedevo “Sono Enzo Avitabile e i Bottari quelli sul palco?” e poi tornavo in cuffia ad ascoltare gli Slint.
Non ce la posso fare.
Sanremo mi ha sempre ripugnato, il Concertone lo ignoravo.
Poco male, it’s a free world.
Ma quest’anno ho pensato fosse giusto concedersi qualcosa.
Così ecco il mio Concertone del 1 Maggio.
Dura un po’, lo so, ma ne vale la pena. Fidatevi e cliccate, in sequenza, non ho messo i nomi apposta, effetto sorpresa.
Vedere tutti saltare e ballare, sudati e appiccicati uno all’altro, è una cosa che mi porta alle lacrime.
Chissà quanto bisognerà aspettare, chissà se lo faremo ancora.
Comunque, buon divertimento, pogate e urlate ovunque voi siate mentre sfilano le immagini.
Dedicato a chi il lavoro l’ha perso, a chi sta cercando di ricostruirselo e chi non ha mai avuto, in questi giorni, il lusso di poterlo interrompere.
Non ho la minima idea di che cosa ci aspetti, ma nel frattempo:
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https://www.youtube.com/watch?v=6Q75BUg1epU

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concertone

Backdoor Antivirus 53

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Backdoor Antivirus 53

Pongo due riflessioni, alè.

La prima: guidare, di questi tempi.

Vi è capitato di prendere la macchina ultimamente? Il traffico è molto rallentato, ma il pericolo meno.

Chi si muove immagina di girare allegramente in un videogioco, sorride beato, non mette la freccia, si ferma all’improvviso. Pensa a godersi l’assenza di code e ingorghi e quindi svolazza pericolosamente. Per non dire di uno che l’altro giorno sembrava procedere a un’andatura da ubriaco totale, a zig zag. Quando si è fermato di traverso al semaforo, mi sono timidamente avvicinato (a piedi). In pratica aveva la mascherina issata sugli occhi, con il bordo superiore aderente alle sopracciglia. Un eccesso di cautela destinato a diventare una minaccia automobilistica. Vi prego, fate attenzione.

La seconda: calcio?

Insomma, la mia domanda è questa: davvero avete capito che, incredibilmente, il calcio vi ha ha rotto le palle?

Dopo anni di partite ogni sera della settimana, parole vuote su qualsiasi aspetto del campionato e calciomercato 24 ore su 24, mi aspettavo che i malati di pallone iniziassero a sfregare le unghie sui muri, con la bava alla bocca. Invece? Tutto sommato, un educato silenzio. Vi siete sottoposti al “tacchino freddo”? Astinenza dolorosa per qualche giorno e poi ascetica indifferenza?

https://www.youtube.com/watch?v=2C6ThAaxrWw

lennon

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Backdoor Antivirus 52

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Mi è tornato in mente sabato, mentre timidamente facevo due passi intorno a casa mia.

“Cosa c’è dietro l’angolo?”.

Una domanda che Maurizio Costanzo faceva a tutti suoi ospiti nel talk show “Bontà Loro”. Memorie di metà anni ’70.

Il quesito torna di moda. Perché è bene chiedersi che cosa ci aspetti esattamente là dietro.

E non parlo soltanto metaforicamente (su quello ho le mie previsioni, e sono pessime).

Insomma e se sbucasse uno senza mascherina che tossisce?

Oppure qualcuno anche bardato da protocollo di sicurezza, ma incerto nell’orientamento che poi mi sbatte contro?

E se va a finire che ci tocchiamo?

Potrebbe anche esserci uno che conosco e con il quale non ho voglia di parlare, no?

Che poi mi giudica se sto troppo lontano e mi giudica se sto troppo vicino.

Che mi vede con questa capigliatura mezzo da Beethoven impazzito e mezzo pappagallo punk (e mi giudica).

E se becco un vigile? Faccio l’insurrezionalista o il cacasotto?

E se salta fuori proprio Maurizio Costanzo? Come la mettiamo? Chi la fa la domanda?

Quindi è meglio allargarsi come se si prendesse vento e affrontare gli angoli con cautela e distanza da parentesona rotonda.

Sì, conviene.

Perché, come diceva Tricky, “Hell Is Round The Corner”. Sicuro.

Dite che non sono ancora pronto per la ripresa?

https://www.youtube.com/watch?v=E3R_3h6zQEs

tricky

 

bontlorocostanzo

 

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Backdoor Antivirus 51

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Duole essere così poco raffinati e persino vagamente qualunquisti, però ragazzi davvero.

Qui non si capisce veramente un cazzo.

Voglio dire, ce l’avete un copione? Uno straccio di idea tenuta stretta sin dall’inizio? Qualcosa che assomigli a un programma, a una linea perseguita con coerenza?

Sapete cosa fare?

Perché noi, francamente, non molto.

Fosse mai successo che uno dicesse una cosa del tipo:

State male (cioè febbre, perdita del gusto, difficoltà di respirazione)?

Allora fate questo (chiamate il medico di base / ospedale)

e succederà questo (veniamo a farvi il tampone, il risultato arriverà, vi diremo, sarete ricoverati).

e sopratutto, fare in modo che poi accada davvero.

Negligenza, incapacità, parole vuote. Oppure tutto affidato alle virtù dei singoli medici, le Regioni per sè e, come sempre, Dio contro tutti.

Qui stiamo a discutere se uno che ha la casa al lago (ma per chi ci avete preso, per George Clooney?) può farsi un tuffetto in santa pace e non abbiamo la minima idea sul fatto che ci sia o meno una rete di sicurezza generale per tutti noi. Perché la fuori, il Virus mi pare sempre lo stesso. O sbaglio? Te lo becchi e forse crepi, ma invece ci domandiamo se sia una buona opzione andare a trovare i cugini di sesto grado a Strambino per farsi una bella sgambata, finalmente.

Parlateci di medicina e Stato, non di precetti da quiz.

Vi ha sfiorato il dubbio che nel resto del mondo (USA esclusi, gli altri grandi cialtroni allo sbando, come sempre durante le calamità) stiano dando un’impressione di maggiore capacità? Di “visione”?

Le conferenze sembrano prediche di curati in villeggiatura e a me interesserebbe sapere qualcosa di più sui tamponi piuttosto che sulle omelie.

E poi, ma chi ve li scrive i testi? Un poeta di instagram? Pensate davvero di dare un’impressione di risolutezza? Non vi ha sfiorato il dubbio di assomigliare a quelli che vanno spinti sul palco con un calcio in culo (“Cristo, vai fuori, dì qualcosa, qualsiasi cosa, che la sala è piena”).

Ma vi riguardate? E sopratutto, vi rileggete?

Le librerie che riaprono, i congiunti (??) da visitare, l’asporto sì, le seconde case, la concezione sportiva del tutto, il senso d’amore e di amore. Ma sul serio?

Vi siete fatti due domande su questa cosa delle “relazioni stabili”?

E l’app allora? (“Cazzo, è vero, quella l’abbiamo saltata”). C’mon…

Chi vi correggeva i temi al liceo, il Gabibbo? Che razza di letture vi hanno formato? Guardate che c’è gente che le parole le sa usare. Bastava anche solo chiedere a Paolo Pagliaro, quello che fa “il punto” dalla Gruber. Per dirne uno che sa spiegare un concetto bene, in modo chiaro. Pulito. Senza scomodare Aristotele o Kurt Vonnegut con una ouija board. Bastava una telefonata al numero giusto.

So che è difficile, però dai. Se non sulle misure, almeno sulla calibratura dello show direi che possiamo essere d’accordo: pessimo, quantomeno.

Non voglio ricordare il testo della Regina Elisabetta, ma non so, Ministra Azzolina, Lei l’ha visto Macron parlare della scuola?

Avete idea di com’è andata da noi? Tutto arruffato, ripetuto. Certi aggettivi ridondanti che tornavano indietro. “Vetusto”.

Quella sensazione di improvvisare, di vivere alla giornata, del buona la prima alè (tutti concetti che spero vengano spazzati via definitivamente quando torneremo umani).

L’idea che fino a un minuto prima di andare in onda ripassassero l’ordine delle battute, come dei guitti nei teatri parrocchiali.

Questa sciocchezza di “ci giudicherà la Storia”. Sbagliato. Purtroppo tocca giudicarvi ora.

Fa innervosire. Ma soprattutto tristezza.

Sappiatelo.

(e per spiegare ancora meglio il concetto, vogliate gradire il video del giorno, cortesemente suggerito nientemeno che da Paolo Spaccamonti)

https://www.youtube.com/watch?v=yBQy_S_k-qg

protomartyr

protmartyr

 

 

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Backdoor Antivirus 50

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Backdoor Antivirus 50

Quindi?

Dunque,

La Filarmonica della Val Bernazza eseguirà alle ore 14,00, in diretta dal Palamungitura, una selezione di arie del compositore locale Guidoanselmo Belgioiso con la straordinaria partecipazione del soprano Marisa Di Roccaverana.

Intorno alle 15,30 su Rai Educational ci sarà la Compagnia del Barattolo Scoiattolo che insegnerà in diretta a truccare i bimbi da Tapiro dalla Gualdrappa con colori ecologici e idrosostenibili. Poco dopo, sempre sullo stesso canale, il Dopolavoro dei Fabbri Fabbricatori elaborerà in modalità webinair un tutorial per la manutenzione delle zip nelle giacche a vento.

Alle 16,07 esatte, La Compagnia di Danza “Mo-Vi-Mento-Asburgico” metterà a disposizione sulla sua pagina Facebook alcune selezioni video tratte dall’opera “Espressione Corporea di Tratti Interrotti Spezzati e con i Cerotti”, pluripremiata piece di danza moderna basata sulla frapposizione tibiale di non apparenza tra visioni e distorsioni. Si avvisa che saranno assenti, per rispetto verso la salute dei traduttori, i sottotitoli utili alla comprensione dell’evento.

Ore 16,40: sulla sua pagina Instagram, il poeta Erminio della Fagiolaia reciterà alcuni versi tratti da “Sudò, e allor intinsi lo pede nel rio” della poetessa Agata Rosa Canina. Lo accompagnerà il flautista Pietro Tall.

Sul sito dell’Associazione La Puzzola che non Puzza, alle 17 in punto, sarà possibile fare merenda tutti insieme con lo chef Magna Greta che ci introdurrà al corretto imburramento della fetta biscottata nell’era moderna. Animerà l’intervento il simpatico pupazzo Glice Mia. Pazze risate assicurate per tutti.

Ricordiamo inoltre che, per tutto il corso della giornata, sarà possibile seguire su Radio Rai 3 una maratona sull’analisi della diaristica vescovile svizzera nello iato analitico compreso tra il 1276 e il 1277 (non oltre settembre). Intervalleranno gli interventi alcune selezioni di musica da camera bulgara con particolare attenzione all’utilizzo della viola da gamba.

Alle ore 20:57, come da abitudine, scoccherà l’ora di “Ascolta, si fa sera” rubrica religiosa radiofonica di Radio Rai, a cura del GR, ma oggi, in maniera del tutto imprevista, la consueta sigla, apertura della cantata “Alles, was ihr tut mit Worten oder mit Werken (BuxWV 4)” di Dietrich Buxtehude, sarà proposta nella versione remixata da un gruppo di artisti anonimi scelti appositamente all’interno della Warp records.

Alle ore 21:00 segnaliamo, in streaming gratuito offerto dalla Compagnia Teatrale “Tendoni Senza Freni”, l’operetta “Leva quella man da qui, maialon”, sommo esempio di cafè chantant birichino.

A seguire, Cineforum curato dalla Cineteca “Smaila Smile Calà Calì” aperto a interventi on line del pubblico sul tema “Jimmy Il Fenomeno: Fenomeno o fenomeno?”.

Alle 23:59, curato dalla Sezione Cultura (di che? non si sa), il cortometraggio “Cambogia: analisi di uno stravolgimento ferroviario evitabile”.

Per i superstiti, seduta di ipnosi propedeutica al sonno marmoreo con la riproposizione ad libitum dello spettacolo “A me gli occhi” di Gigi Proietti.

Quindi?

Bè, direi che è andata come sempre: abbiamo passato il nostro tempo a informarci su quello che potremmo fare per passare il nostro tempo.

Perfetto.

A domani.

https://www.youtube.com/watch?v=i_FXzl2Webg

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Backdoor Antivirus 49

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Backdoor Antivirus 49

Com’è ovvio che sia, iniziano ad affiorare segnali non trascurabili di insofferenza.

Ci apprestiamo a una settimana complicata, forse l’ultima di vero lockdown (???), e toccherà attraversarla a denti stretti, mantenendo la rotta e facendo un bel respiro.

Ma qualcuno, non ce la fa più.

In piazza Barcellona, la piazza antistante Backdoor, direi che la Fase 2 è iniziata da tempo. Io arrivo in negozio a orari da Bela Lugosi, nel deserto urbano più assoluto, ma quando ficco timidamente la testa fuori dalla serranda, vedo una miriade di persone che deambulano smarrite e con movimento ondulatorio, spesso senza mascherina e con lo sguardo vitreo. Poveri loro, senza dubbio, ma a qualcuno la faccenda non deve essere andata giù e, da un anonimo balcone, è stata sollevata qualche giorno fa una velata critica. Si è udito nettamente un “Tornate a casa, zombie del cazzo!!!”. Io l’ho interpretato come un moto di dissenso, ma non vorrei sbagliarmi. In ogni caso i destinatari dell’invito se ne sono fatte beffe e hanno continuato imperterriti a sobbalzare mestamente, in ciabatte, sedano e rotoloni di carta igienica.

Difficile tenere i nervi saldi, pensare al bene comune. Sono le esplosioni improvvise a far paura.

Venerdì sono andato a fare la spesa. Nel consueto balletto delle corsie “prego, venga lei-si immagini-prendo solo i carciofini sott’olio-ci mancherebbe- (ma magari levati dalle palle appena puoi)” ho sentito un brusio nell’area del banco gastronomia. Lesto come una donnola, sono sgusciato a lato della muraglia delle fette biscottate per buttare un orecchio. “Eh no, mi scusi, qui avete soltanto il Fontal e io volevo la Fontina d’Aosta. Capirà che non è la stessa cosa. No, non lo è davvero. Io vengo qui con una cosa in mente e ne trovo un’altra. Lo guardi (eleva il tocco di formaggio ad altezza occhi). Questo è Fontal! Spero sia d’accordo anche lei. Fontal, è un maledetto Fontal”. E poi, innervosito dal silenzio esausto dell’addetta al banco, il tipo (faccia da uno che se avesse avuto cinquant’anni in più sarebbe stato un dirigente FIAT) ha guardato una disgraziata che aspettava in coda e le ha detto “La vuole lei ‘sta merda?” e ha tirato il povero Fontal nella fossa comune dei formaggi in offerta. Avrei voluto dirgli “Senta buonuomo, la faccia finita, che io non ho trovato i Tuc e nemmeno i Ritz. Qui tutti abbiamo i nostri problemi, ma non è il caso di farne un comizio”, ma poi ho capito che cercava solo la rissa, era uno con la data di scadenza molto più vicina di quella del meschino Fontal.

Ho soprasseduto. Sono tornato a casa e mi sono bevuto il mio caffè della giornata affacciato alla finestra, sotto la quale, molto più in basso, è passato uno che che scandiva sulle note di “Yellow Submarine” la seguente filastrocca “Andrà bene, andrà bene, andrà bene un bel cazzo”, pausa di tre secondi e poi ”Andrà bene, andrà bene, andrà bene un bel cazzo”. E avanti così, fino a quando non è scomparso dalla visuale e dalle orecchie del circondario.

Insomma è difficile, ma fatevi un esame di coscienza, provateci.

Le scelte musicali di oggi, mai così azzeccate, sono offerte da Andrea Pomini, amico e collega di Rumore, uno dei pochi al mondo in grado di distinguere un brano di Fela Kuti da un altro, nonché autore dei migliori spaghetti di zucchine dell’intero pianeta.

https://www.youtube.com/watch?v=B8A1dqsiNSI&fbclid=IwAR0fs9MKvRHjitxhOeWRe9ueH1RrjDVLerunsxAEmol4gW0L1GGDDpPA_Qw

e anche

https://www.youtube.com/watch?v=3g_xTAwxaKQ&feature=youtu.be&fbclid=IwAR2rpBhWD62fSnd5o7XDx8It1Jd_Sm5jEJfcgoCLQbDFmzmif7DGnLNWaOQ

monaco

a-hopkins

fontal

 

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Quando andavo alle scuole elementari, la maestra mi dava sempre e irrevocabilmente da leggere dei libri sulla vita dei partigiani. Edizioni per ragazzi. Non è che mi appassionassero molto, mi sembravano troppo simili alle vite dei santi, che mi piacevano ancor di meno. Passavo buona parte delle mie giornate in camera, da solo, a giocare a Subbuteo, ascoltando il doppio rosso dei Beatles. Quelle canzoni le adoravo, ma i Beatles, umanamente, non riuscivo a inquadrarli. Voglio dire, sentivo anche un sacco di disco music, ma mentre Donna Summer e Cerrone, vagamente, ce la facevo a collocarli, i Beatles mi sembravano ultraterreni.

Crescendo, ho iniziato a capire sia i Beatles che i partigiani.

I Beatles avevano scritto quelle canzoni meravigliose, ma era anche gente che si incazzava e aveva delle paure. Litigavano fra di loro, sentivano la mancanza delle madri, magari si annoiavano. Quando lo compresi, li sentii immediatamente più vicini. Presi le loro figurine e le infilai nel mondo, insieme a tutti noi. Quindi comprai anche il doppio blu e li amai con più forza.

Per i partigiani non fu troppo differente. Iniziai ad avvicinarmi alla loro età e li pensai così, gente che abbandonava i propri vinili di Siouxsie e Joy Division per andare a ghiacciarsi le vene sulle  montagne dove io passavo le vacanze, che pensava che non avrebbe mai più letto Carver o riso con John Belushi quando passava attraverso i controlli lungo le strade. Ragazze e ragazzi che mettevano in conto di morire. Li pensai mezzi ubriachi nella notte, con i fucili, che pogavano cantando, con i vestiti stracciati e l’insolenza punk, immaginai che pedalassero forte in bici per scacciare le paure. Avvicinandoli, li pensai “kids”, orgogliosi e magari felici. Lessi altri libri su di loro e iniziai a volergli bene.

Quindi, direi di finirla con questa faccenda che ci sono molti tipi di liberazioni e sulle opportunità dei giorni disponibili nel calendario.

Perché è bene che il 25 aprile rimanga per sempre quello che è.

La liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista

https://www.youtube.com/watch?v=Ga0Z41hfl8w

tom-waits

liberazione

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Ovunque vi troviate ora, non siete più lì.

Ma qui.

Fate partire il video.

https://www.youtube.com/watch?v=wCWAZB0Fa_s

Che ore sono? Poco dopo le sette, davvero? La luce è meno forte. Usciamo insieme a vedere il tramonto? Prendo io da bere, non alzarti.

Avvertite che la vostra pelle si sta distendendo. Il sole addosso, abbandonato dalla doccia. Sciolto da quelle creme che vi spalmate lentamente solo per il piacere di sapere che potete farlo. Che il tempo è vostro. Che potete dedicarvelo. Fuori c’è un po’ di vento.

Cin! alla tua. Sorridete.

Questa canzone è bellissima, chi sono ? I Saxophones, marito e moglie, californiani, non li hai riconosciuti? Hai ragione, ora me li ricordo.

L’alcool scende lento, tracciando una geografia sotto pelle di piacere e necessità. Avevate bisogno di questo. I rumori sono ovattati, ma solo perché il mondo si sta prendendo cura di sé, esattamente come voi. Non parlate molto. Il silenzio è un’offerta di comunanza. Guardate avanti, ma in nessun punto preciso. Vi accorgete dei profumi. Il suono della canzone vi scivola addosso, la batteria a piccoli tocchi, quel ritornello dolce e sospeso. Siete leggeri.

Vi piace?

saxophones

 

“Ho visto che il futuro non era così diverso
Non è strano?
Come mi sforzo così tanto di essere lo stesso
Come potrei non notare la profondità del dolore?
Come potrei non cambiare?
Quando la visione è così chiara
Non dovresti aver bisogno di spiegare
Un taglio nella carne, un segno dei tempi
I misteri rivelati, ma non mi piace quello che trovo”

 

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Backdoor Antivirus 46

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E quando ci vedremo, che cosa mai potremo dirci?

Proibiti gli abbracci, le strette di mano vigorose, gli spintoni e i calci in culo (forse questi no), saranno le parole filtrate dai tessuti più o meno regolamentari delle nostre mascherine a rimetterci in relazione tra di noi.

Come stai?

Diciamoci la verità, con quelli che ci interessavano, siamo sempre rimasti in contatto, è facile ormai. Sappiamo perfettamente cosa mangiavano, se lo avevano preparato loro, i voti assegnati alle serie televisive, i dischi ripescati negli scaffali, i libri finalmente portati all’ultima pagina. Ma a loro, come a noi, non è successo sostanzialmente nulla. Pausa assoluta. Se non sono dei lavorati lignei, il grosso del traffico emozionale sarà stato interiore e, come tale, non sempre condivisibile. Pensieri incerti, ansie, programmi per il futuro, se un futuro non così appannato si potesse intravedere.

E quindi cosa ci racconteremo?

Ogni telefonata o video ammucchiata finisce sempre con un “non vedo l’ora di vederti”. Che è un augurio sincero e vero. Ma non avremo nulla da dirci, se non che con i nostri capelli impazziti, il colore grigio della faccia e gli occhi incomprensibilmente stanchi per l’immobilismo, siamo per ora sopravvissuti a tutto questo. E che speriamo di non ammalarci, noi e i nostri cari. Applicheremo una sanatoria sulle banalità, perché sara improbabile non cascarci dentro. Mischiarle a caso.

Ma quindi, come stai?

Se fosse finito davvero tutto, avrebbero dovuto spedirci singolarmente altrove, catapultarci da soli in un angolo di mondo che non conoscevamo, e poi riportarci a casa dopo un po’, tutti insieme. A raccontare qualcosa di nuovo e sorprendete. Sorridendo sulle parole, felici di poter testimoniare che la vita esisteva ancora, là fuori.

https://www.youtube.com/watch?v=3kjxU7XfK70

bugo

 

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