meglio essere bastonati, certe volte

Postato il

giornale in fiamme

 

A pagina XIII della sezione cittadina de La Repubblica di oggi (edizione cartacea) esce un articolo (consueto, ormai) sul Record Store Day. Sulla manifestazione, che inizio cordialmente a detestare, mi sono già espresso in diverse sedi. L’articolo riporta alcune mie dichiarazioni, non rilasciate di persona ma prese da un comunicato stampa del mio libro (definito cortesemente “molto bello”). Parole (le mie) comunque ancora sottoscrivibili, sebbene vecchie di quattro anni e rinnovabili in tempo zero. A fianco, una mia foto dove si dice “Maurizio Blatto del Les Yper Sound”. Ora, niente contro i colleghi cittadini, ma come dire, io lavorerei da Backdoor, come scritto nell’articolo e come verificabile con un click via google. Già, la rete. L’eterna rivalità della vecchia e calda carta e del freddo ma veloce web. In pochi giorni ho risposto a precise e cadenzate (mando una domanda e tu rispondi, a quella mi aggancio e andiamo avanti. Metodo ottimale per fare una vera intervista via mail) per il sito http://www.bastonate.com/2014/04/18/maurizio-blatto/  Oggi è stata pubblicata ed è inappuntabile e ben curata, come tutto quello che sta lì dentro. Ora, sono due casi limitati e autoreferenziali, ma ognuno tragga le proprie conclusioni. Sempre su Repubblica venne recensito il mio primo libro a nome Alberto Blatto. Ora, come dire, io mi chiamerei Maurizio. Non hai un computer per verificare? Bè, magari leggi il nome sulla copertina del libro stesso. Dai. Pare sia colpa dei deskisti, categoria professionale nebulosa e, a quando risulta, più protetta degli statali odiati da Miglio e Brunetta. Chi sono costoro? Giovanissimi inesperti sciattoni che non verificano quanto scrivono? Vecchi imbolsiti da anni di lavoro pseudo usurante? Non conosco google? Mi odiano perché una volta gli ho venduto il secondo disco dei Guillemots? Non saprei. Ho un libro nuovo in uscita a maggio, e sinceramente mi tremano già le vene…